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Il sindacato italiano ha realizzato un report sull’impatto del calendario affollato. Calcagno: “Non è solo un tema di salute delle persone, ma anche di qualità dello spettacolo”
Il mondo del calcio è in subbuglio. Un report recente ha messo in luce l’impatto devastante di un calendario affollato sulla salute dei calciatori e sulla qualità del gioco. La situazione è così critica che i datori di lavoro e i sindacati dei calciatori hanno unito le forze per presentare un reclamo alla Commissione Europea, accusando la FIFA di abuso di posizione dominante con l’introduzione del Mondiale per club allargato. Il sindacato italiano ha giocato un ruolo cruciale in questo processo, realizzando uno studio chiamato “Injury Time”, che esamina le stagioni 2022-23 e 2023-24 delle squadre di Serie A, Premier League e Liga.
Un allarme che non può essere ignorato
Tra i dati emersi nel report, uno spicca per la sua gravità: i calciatori che partecipano a 54-55 partite all’anno registrano mediamente 71 giorni di infortunio. Con l’introduzione di nuovi format da parte di FIFA e UEFA, è previsto un incremento di 11 partite per stagione. Se si proietta il trend degli infortuni, ogni calciatore potrebbe arrivare a registrare 107 giorni di assenza per infortunio. Questo equivale a dire che ogni club potrebbe avere un calciatore infortunato un giorno ogni tre, mettendo a rischio la qualità del gioco e la salute degli atleti.
Le squadre più colpite
Il report rivela chiaramente che le squadre che partecipano a più competizioni sono quelle che registrano il maggior numero di infortuni. Nel 2023-24, le cinque squadre con il maggior numero di gare hanno visto un aumento del 30% degli infortuni rispetto all’anno precedente. Al contrario, le squadre con meno impegni hanno registrato un incremento molto più contenuto del 12%. Questo scenario non può che preoccupare, soprattutto in un’epoca in cui la salute dei calciatori è già a rischio a causa dell’elevato numero di impegni.
Infortuni e impatto economico
L’analisi non si limita alla salute degli atleti, ma tocca anche il tema del business calcistico. Gli infortuni prolungati, definiti “svalutanti”, influiscono notevolmente sul valore dei giocatori e delle squadre. Nel 2022-23, il 17% degli infortuni in Premier League è stato di questo tipo, con un aumento al 21% nel 2023-24. Anche in Serie A, dove la quota è stata del 12%, si registra un trend preoccupante. I club con più partite disputate hanno avuto mediamente due calciatori infortunati per almeno 90 giorni in più rispetto a quelli con meno impegni.
La voce di Calcagno
Umberto Calcagno, presidente dell’AIC, ha sottolineato l’importanza di preservare non solo la salute dei calciatori, ma anche la qualità dello spettacolo per i tifosi. “Aumentare l’offerta di calcio in tv non è la soluzione ai problemi attuali”, ha dichiarato. “Se un calciatore disputa più di 55 partite, rischia di essere indisponibile per almeno 70 giorni. Questo significa che i tifosi pagano per vedere i migliori atleti, ma spesso non possono farlo.”
La situazione è complessa, e mentre il calendario del calcio continua a espandersi, la salute dei calciatori e la qualità del gioco sono in serio pericolo. Con un crescente numero di infortuni e un calendario già pressante, è fondamentale trovare un equilibrio che garantisca la salute degli atleti e la qualità dello spettacolo per i tifosi. Il calcio deve affrontare questa crisi con urgenza, prima che sia troppo tardi.
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