
Da Milanello alla gestione societaria, passando per la condizione fisica dei giocatori: tutto ciò che non sta funzionando
Il Milan tra difficoltà e speranze: la stagione in corso racconta una crisi
La stagione del Milan ha preso una piega inaspettata, con risultati deludenti che hanno escluso i rossoneri dalla lotta per lo scudetto e dalla corsa alla Champions League. Questa situazione si presenta come una vera e propria sciagura, e non solo per i risultati altalenanti. È evidente che ci siano punti critici all'interno del club, da risolvere a tutti i livelli. Una piramide dirigenziale intricata ha generato scontri interni e pericolosi giochi di potere, mentre l'aspetto sportivo sembra essere in balia del caso, con un andamento che alterna momenti di gloria a periodi di crisi.
A metà stagione, l'arrivo di Sergio Conceiçao ha portato una ventata di speranza. L'ex tecnico del Porto ha subito conquistato la Supercoppa Italiana, rimontando sia contro la Juventus che contro l'Inter. Un successo inaspettato che ha fatto sorridere i tifosi, ma quel fuoco di entusiasmo si è spento rapidamente. La squadra, a solo un passo dalla qualificazione alla fase a gironi della Champions League, ha clamorosamente ceduto il passo a formazioni come la Dinamo Zagabria e il Feyenoord, segnando un’eliminazione incredibile e inaccettabile per una squadra di tale prestigio.
Negli ultimi due mesi, molti tifosi hanno espresso il loro disappunto per la mancanza di un gioco riconoscibile ed efficace. Nonostante una rosa con potenzialità offensive elevate, il Milan fatica a creare occasioni da gol in modo fluido e sicuro, spesso affidandosi alle giocate estemporanee di talenti come Leao e Pulisic.
Conceiçao, che ha sempre dimostrato di prendersi le proprie responsabilità, si trova a dover affrontare enormi difficoltà nella gestione quotidiana a Milanello. La mancanza di comunicazione con la dirigenza, e in particolare con Gerry Cardinale, ha complicato ulteriormente la sua posizione. La presenza costante di figure come Ibrahimovic e Moncada non basta a creare un clima di sostegno. In conferenza stampa, il mister ha dovuto difendere la sua posizione, sottolineando la sua esperienza e i trofei conquistati nel corso della sua carriera.
La confusione dirigenziale è palpabile e suscita interrogativi anche nel tecnico: chi deve occuparsi della gestione di un gruppo così difficile? È preoccupante che la responsabilità ricada sempre su di lui, mentre i dirigenti sembrano distaccati da questa dinamica, contribuendo a un clima teso e instabile a Milanello.
La situazione mentale e caratteriale della squadra è altrettanto allarmante. L'approccio alle partite è spesso scarico, con una evidente mancanza di serenità in campo. I giocatori che avrebbero dovuto trascinare i compagni hanno deluso, mentre il calo fisico di alcuni atleti è evidente. È lecito chiedersi se la preparazione estiva sia stata adeguata o se ci sia una mancanza di impegno e professionalità.
Queste riflessioni portano a una domanda cruciale: quale direzione sportiva sta prendendo il Milan? Quali sono gli obiettivi futuri? Senza un cambio di rotta significativo, il rischio di un'altra stagione deludente è molto concreto. I tifosi meritano risposte e il club deve ritrovare la propria identità per riconquistare la fiducia e il supporto dei suoi appassionati.
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