Mancini: "Vialli, Mihajlovic ed Eriksson mi hanno lasciato il deserto nel cuore"|Serie A
Roberto Mancini: I 60 Anni di un Mito del Calcio Italiano
C’è spazio per ricordi e momenti di grande commozione nel giorno in cui Roberto Mancini festeggia i suoi 60 anni. Un viaggio che ha inizio col pallone tra le mani, una passione così intensa da spingerlo a rinunciare a un percorso scolastico tradizionale. Mancini, che ha abbandonato la scuola dopo la terza media, riflette su quel grande rimpianto, ma la sua determinazione lo ha portato a realizzare il sogno di diventare un calciatore professionista.
Un Inizio Difficile, ma un Talento Innegabile
Mancini ricorda il suo esordio in Serie A a soli 16 anni e 9 mesi, un traguardo che sembrava impossibile durante i suoi primi tentativi nel settore giovanile del Bologna. “Durante il primo provino a Casteldebole, pensai di essere stato scartato. In realtà, mi avevano tolto dal campo per nascondermi agli osservatori di altre squadre”, racconta Mancini. È incredibile come, in un attimo, la tristezza possa trasformarsi in gioia infinita, come quando ricevette la telefonata che cambiò la sua vita: “Preparate le valigie a Roberto perché deve trasferirsi a Bologna”.
La Magia della Sampdoria
Una figura cruciale nella vita di Mancini è stata il presidente della Sampdoria, Alfredo Mantovani. “Un presidente meraviglioso. Mise su una squadra incredibile: eravamo uniti, vivevamo tutti per la maglia”, ricorda con affetto. Sotto la sua guida, la Sampdoria ha conquistato uno scudetto e raggiunto la finale di Coppa Campioni, scrivendo pagine indelebili nella storia del calcio italiano. Mancini, insieme all’amico e compagno di squadra Gianluca Vialli, ha vissuto un'epoca di trionfi e successi.
Ricordi Indelebili e Perdite Incolmabili
La scomparsa di Mantovani nel 1993 segnò la fine di un’epoca per Mancini. “Non posso non citare il direttore sportivo Paolo Borea, che mi ha portato a Genova. È difficile esprimere quanto manchino figure come Sinisa Mihajlovic e Sven Goran Eriksson”, confida Mancini con nostalgia. “Che solitudine, che deserto mi hanno lasciato nel cuore”.
Una Nuova Avventura con la Lazio
Dopo la sua esperienza alla Sampdoria, il numero uno della Lazio dell’epoca, Sergio Cragnotti, ha avuto un ruolo fondamentale nella seconda parte della carriera di Mancini. “Con Eriksson, che era allenatore della Samp, ho vissuto tre anni importanti. Sette trofei in totale”, afferma con orgoglio. Dopo aver vinto lo scudetto e la Coppa Italia, Mancini ha intrapreso la carriera di allenatore, iniziando come assistente di Eriksson.
Conclusione: Un Viaggio di Passione e Sacrificio
Il percorso di Roberto Mancini non è stato solo una serie di successi sportivi, ma anche un viaggio ricco di emozioni, sacrifici e legami indissolubili. La sua storia è un esempio di come la passione e la determinazione possano trasformare un sogno in realtà. Celebrando i suoi 60 anni, Mancini ricorda non solo i trionfi, ma anche le sfide e le persone che hanno segnato il suo cammino, rendendo il calcio non solo uno sport, ma un vero e proprio modo di vivere.
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