Roddick sostiene Sinner e critica Kyrgios, Raducanu sul doping: "I tennisti temono contaminazioni involontarie"
Il mondo del tennis vive un momento di grande tumulto, con le recenti positività di Jannik Sinner e Iga Swiatek che hanno sollevato interrogativi su doping, contaminazioni e responsabilità. In questo contesto di tensione, il clima polemico si fa sentire, con Nick Kyrgios che ha attaccato l'ex numero uno del mondo Andy Roddick, dando vita a scambi vivaci e accesi. Nel frattempo, Emma Raducanu ha espresso le preoccupazioni dei giocatori riguardo al rischio di contaminazioni accidentali, un problema che potrebbe influenzare il futuro del tennis.
La polemica tra Kyrgios e Roddick
Nick Kyrgios, assente dai campi per quasi due anni a causa di problemi fisici, rimane nel mirino della cronaca grazie alla sua attivissima presenza sui social. Recentemente, ha rilanciato un post che insinuava l'uso di una “crema magica” da parte di Andy Roddick durante la sua carriera, suggerendo che il sostegno dell'ex campione a Sinner e Swiatek fosse giustificato solo da questo.
Roddick ha risposto con sarcasmo, liquidando le insinuazioni con una risata. Tuttavia, non si è fermato qui: nel suo podcast Served with Andy Roddick, ha lanciato una frecciatina: “I giocatori che si lamentano dell’inserimento di questi campioni nella Hall of Fame, quando non hanno mai lavorato due giorni di fila bene in vita loro, mi fanno sgranare gli occhi. C’è un problema serio”.
Il botta e risposta ha catturato l'attenzione degli appassionati, intensificando il clima di polemica che caratterizza il tennis professionistico. Intanto, Kyrgios si prepara a tornare in campo per il torneo ATP 250 di Brisbane, previsto per il 29 dicembre 2024, dopo un'assenza che dura dal giugno 2023.
Emma Raducanu e la paura del doping
Emma Raducanu, vincitrice dello US Open 2021, ha manifestato la crescente ansia che pervade il circuito tennistico, scosso dai recenti casi di doping che hanno coinvolto Sinner e Swiatek. Le sue parole, riportate da fonti specializzate, mettono in evidenza le difficoltà dei giocatori nel prevenire problemi legati a sostanze vietate, spesso causati da contaminazioni accidentali.
I casi Sinner e Swiatek: due vicende diverse, una stessa ombra
Jannik Sinner, attuale numero uno al mondo, è risultato positivo al Clostebol in due test effettuati lo scorso marzo. Nonostante l'International Tennis Integrity Agency (ITIA) lo abbia scagionato da colpe o negligenze, accettando la sua spiegazione di contaminazione accidentale, la vicenda è ancora aperta, con la WADA che ha presentato ricorso per chiedere una sospensione di uno o due anni, lasciando il futuro del tennista italiano in bilico.
Diverso è stato il destino di Iga Swiatek. La numero due del ranking mondiale femminile è stata coinvolta in un caso di positività alla trimetazidina, riscontrata in un test fuori competizione lo scorso agosto. La sostanza, contenuta in un farmaco per il sonno, è emersa come contaminata, permettendo all’ITIA di attribuirle una “colpa minima” e chiudendo rapidamente la vicenda senza ulteriori conseguenze.
Raducanu: “Viviamo nell’ansia”
In questo panorama, Emma Raducanu ha condiviso le sue preoccupazioni, esprimendo l'ansia che affligge molti atleti. “Non solo io, ma molti giocatori siamo molto apprensivi”, ha dichiarato. “Facciamo molta attenzione a tutto ciò che consumiamo, perché è fin troppo facile incorrere in contaminazioni. Alcuni integratori che vorrei assumere sono off-limits, perché non sono pre-testati per le sostanze proibite”.
La giovane britannica ha spiegato come queste precauzioni influenzino la sua vita quotidiana: “Sto molto attenta a ciò che bevo e mangio. Se lascio incustodita una bottiglia d’acqua, preferisco non usarla. È una realtà con cui dobbiamo convivere, e tutti noi ci troviamo sulla stessa barca”.
La tecnologia e i nuovi rischi: il parere di Oliver Niggli
Oliver Niggli, direttore della WADA, ha aggiunto un ulteriore spunto alla discussione in un’intervista. Secondo Niggli, le innovazioni tecnologiche nei laboratori hanno aumentato la capacità di rilevare quantità infinitesimali di sostanze proibite, portando a un incremento dei casi di contaminazione accidentale. “Non ci sono più imbrogli di prima, ma i laboratori sono più efficienti nel trovare quantità microscopiche. Dobbiamo avviare un tavolo di lavoro per capire come gestire questa situazione”, ha sottolineato.
Un tennis sempre più vulnerabile?
Le storie di Sinner, Swiatek e le preoccupazioni espresse da Raducanu delineano un quadro preoccupante per il futuro del tennis. Da un lato, i progressi scientifici promettono una maggiore giustizia sportiva; dall'altro, la fragilità dei giocatori di fronte a contaminazioni accidentali evidenzia l'urgenza di nuovi protocolli.
La voce di Raducanu, giovane e talentuosa, risuona come un monito per il mondo dello sport: la protezione degli atleti deve diventare una priorità, senza compromettere la lotta contro il doping.
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